Insegnanti Dance Studio
Valerio Cassa
Valerio Cassa nasce in Lazio e cresce in Umbria. All’età di diciassette anni si avvicina alla danza e dopo un primo studio generale dal 2010 si approccia al Voguing e al Waacking, danze e culture della comunità LGBTQIA+ afroamericana e ispanica nate a NY e LA negli anni ’70, come forma di emancipazione ed espressione nell’oppressione. Oggi rappresenta questi due stili a livello nazionale e internazionale come membro di Awanawaack, gruppo di waackers dal 2011, e della Kiki House of Mùnera, entrambe tra le prime e maggiori realtà italiane.
Dal 2013 si trasferisce a Firenze e contribuisce, come membro di seconda generazione, al loro sviluppo in Toscana attraverso l’organizzazione di eventi come Ball, training, corsi e talk, con l’intento di divulgare e diffondere le rispettive culture di appartenenza, la Ballroom per il Voguing e La Disco per il Waacking.
Parallelamente approfondisce lo studio della Danza Contemporanea formandosi al Balletto di Toscana e all’Opus Ballet trovando poi la sua dimensione nel floorwork e nel contact seguendo ulteriori studi e approfondimenti a riguardo come nei progetti “Contemporary Mood” di Alessio Barbarossa e Valentino Porcu.
Nel 2014 prende parte al progetto Anticorpi XL che lo porta a conoscere parte del lavoro di Jerome Bel, ed è proprio con lui che nel 2017 si avvicina alla performance. Lavora infatti all’interno della sua mostra 76’38’’ + ∞ presso il Teatro Pecci di Prato in “Dancing like nobody’s watching you” e “Company Company”, all’interno della quale viene scelto ed inserito proprio come Voguer.
Nel 2017 e 2018 lavora con Pietro Pireddu per Company Blu a PRO1, e nello stesso anno inizia a lavorare con la compagnia TPO Teatro di Piazza o d’Occasione, con cui nel 2018-19 intraprende tours in Spagna, Svizzera, Ecuador e negli USA.
Nel 2020 lavora come performer al Museo del ‘900 in Wearing My Tongue di Jacopo Miliani e nel 2023 debutta invece come attore amatoriale in un riadattamento di Angela Burico del celebre “Le Cinque Rose di Jennifer” di Annibale Ruccello.